DOMENICO ANTONIO
NATO:
24 febbraio 1708 a Castelnuovo Scrivia.

MATRIMONIO:
Tra il 1727 ed il 1728 (data incerta), con Anna Maria Barenghi. Dallo Stato delle Anime della contrada Stradalzano del 1728 risulta già sposato, mentre in quello del 1727 non lo è.
FIGLI:
Maria Cattarina (1731), Giovanna Antonia (1736), Antonia Maria (1743), Camillo (1747-1748), Carlo Francesco (1747), Giovanni Battista Michele (1749).
RESIDENZA:
dagli "Stato delle anime" dal 1749 al 1785, risulta abitare presso contrada Stradalzano a Castelnuovo Scrivia.
PROFESSIONE:
Il documento ritrovato nell'archivio comunale di Castelnuovo Scrivia nel 2023 datato 1777 dal titolo
"Stato de Personali Professioni, o Arti del Borgo di Castelnovo Scrivia o sia Capo Luogo Rotta, Molino de' Torti, Alzano Cassinali, Orti, e Molini"
riporta, in due pagine differenti, informazioni sulla famiglia di "Berri Domenico fu Carlo".
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In una pagina viene descritta la famiglia, composta da 6 membri di cui 2 minori (Domenico Antonio vedovo, capo famiglia, convivente con i figli Giovanna Antonia e Giovanni Battista con sua moglie e i nipoti Carlo Giuseppe e Domenico Antonio ).
Di tutti loro, sono quattro le "persone sottoposte al cottizzo", cioè alla tassa locale che si basava sul lavoro effettuato.
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In una delle pagine conclusive dello stesso documento, (qui riprodotta) è invece riportato il lavoro di Domenico Berri, cioè "mastro di bosco", falegname.
E' questo il primo documento che attesta l'attività professionale di un membro della famiglia Berri di Viguzzolo.

DECESSO:
14 febbraio 1786 a Castelnuovo Scrivia.
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Dal documento notarile, in possesso alla famiglia Berri presso Viguzzolo, e denominato “Dote di Anna Maria Campeggi, moglie di Giovanni Battista Berri del vivente Domenico” del 29 Gennaio 1772, risulta che alle due di notte, nella sala del notaio Giovanni Desiderio Butteri in contrada Stradalzano a Castelnuovo Scrivia, sono presenti i fratelli Campeggi e Domenico Berri del fu Carlo Giuseppe per discutere della dote della sorella Anna Maria Campeggi data in sposa a Giovanni Battista Berri.
Per saldare il conto dei 59 zecchini gigliati per la dote, verrà ceduto un "caneparo" nella località denominata "Sgarbazolo" per un valore di 9 zecchini; poi 18 zecchini saranno versati nell'arco dei tre anni successivi e i restanti 32 sono saldati subito in contanti.
Domenico Antonio versa poi alla nuora "per l'affetto che gli porta" 50 Lire di Milano.
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L'evento descritto nel documento merita alcune riflessioni.
Iniziamo dall'orario: le 2 di notte del 29 Gennaio!
A quei tempi era in vigore "l'ora italica" che calcolava come mezzanotte (cioè l'ora "24") il momento del tramonto. Le "due di notte" erano quindi le ore 20:00 attuali ed era l'orario utilizzato, tradizionalmente, per la stipula degli atti notarili.
D'altronde, se si lavorava nei campi durante le ore di sole, era logico pensare che eventuali attività "da ufficio" venissero svolte più tardi nell'arco della giornata.
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I Berri erano rappresentati da Domenico Antonio, il padre dello sposo. Quest'uomo aveva più di 60 anni e, dal documento, si evince che fosse l’unico Berri di fronte ai fratelli Campeggi: un uomo anziano di fronte ad una controparte (forse ostile?) che doveva sanare un debito rimasto insoluto.
Il matrimonio era avvenuto il 13 dicembre 1771, circa un mese prima, eppure erano rimaste ancora aperte discussioni sulla dote della moglie di suo figlio. Come mai? Perchè lo sposo Giovanni Battista non era presente a supportare l'anziano padre?
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Infine c'è da notare la presenza come testimone di Giuseppe Maria Pozzi, papà di Caterina che nascerà 5 anni dopo, e che diverrà la moglie di Carlo Giuseppe Berri, figlio di Giovanni Battista e nipote di Domenico Antonio.
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Un documento che ci regala uno squarcio molto interessante su quel periodo di tempo così lontano...
