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LA MELODIA CHE VENNE DALL'ANNO 1599

  • Giorgio Berri
  • 3 ott 2022
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 16 nov 2022

Settembre 2022: chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Castelnuovo Scrivia.

Sto sfogliando il più antico registro dei morti tra quelli presenti nell'archivio: sono arrivato alla pagina intestata "16 aprile 1599" e la scorro come sempre faccio per trovare indizi sulle vite dei miei antichi antenati.

Arrivato in fondo, una sorpresa inaspettata!

Un pentagramma!

Ingrandimento della pagina del registro dei morti del 1599 con il pentagramma

Cerco di comprendere quali note possa rappresentare, ma la difficoltà inizia subito con il primo simbolo sulla sinistra che, di solito, è la chiave musicale, necessaria per identificare tutte le note successive.

Dalle mie rimembranze durante le lezioni di pianoforte, le chiavi sono quelle di "violino" e di "basso", e questa non lo è.

Risultato: non posso trasformare quei segni in melodia... che peccato.


Osservo poi il foglio nel suo insieme e mille pensieri affollano la mia mente.

La grafia sembra la stessa della persona che ha compilato il registro: ed allora mi immagino una scena...

Mi immagino, di notte, alla luce di una piccola candela, il canonico di Castelnuovo Scrivia intento nel lavoro di aggiornamento della pagina dei defunti.

Egli, arrivato all'ultimo nome, ha un'ispirazione: una melodia!

La canticchia tra sè e sè e gli piace... potrebbe essere suonata magari all'arrivo del nuovo anno, per donare una nuova musica ai fedeli riuniti in chiesa, visto che si avvicina l'anno 1600 e che, ne è certo, il buon Dio farà sì che sia un anno di prosperità e gioia.

Ma l'ispirazione è flebile, potrebbe sfuggirli di mente. Si chiede dove poterla appuntare: la carta è un bene prezioso, e non ci sono blocchi di appunti sparsi per la canonica.

Ma sì: in fondo alla pagina che stava compilando c'è uno spazio che sembra fatto apposta per scriverci un pentagramma.

La pagina intera del registro dei morti, con il pentagramma in calce.

Traccia velocemente le linee, disegna la chiave e poi scrive le note.

Vorrebbe farle romboidali, come era uso in quel periodo, ma l'avvento delle note tonde gli permette di trasformare più rapidamente la sua ispirazione in inchiostro, e quindi mischia le une alle altre.

Fatto!

Certo, ha disegnato della musica su un registro dei morti ma, in fondo, nessuno obietterà nulla per un piccolo pentagramma disegnato nel posto sbagliato. E' sempre armonia, e l'armonia è sempre ispirazione divina.

Senza indugi, prende il registro, prende la candela accesa ed entra in chiesa.

E' sera inoltrata: fa freddo e buio, ma il desiderio di suonare con l'organo della Chiesa quelle note gli fa dimenticare il gelo e l'oscurità. E poi quel luogo sacro è la sua casa: potrebbe raggiungere lo strumento musicale anche ad occhi chiusi!

Ci vuole poco per mettere le mani sulla tastiera ed iniziare a suonare quella breve melodia: una, due, dieci volte. E dopo averla ascoltata attentamente, egli è felice, soddisfatto del risultato e può sorridere beatamente.

Non c'è bisogno di cambiare nulla. E' tutto perfetto. E pensa che quelle note sono ormai impresse definitivamente su un foglio che non verrà mai perso perchè fa parte di un registro che è di fondamentale importanza per le attività ecclesiastiche.

"Sì", pensa, "rimarrà tutto scritto su quel foglio per tutto il tempo che è necessario..."


Sono passati più di 400 anni da questo ipotetico scenario.

Quel foglio è arrivato a noi.

La chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Castelnuovo Scrivia

Quella melodia che fu suonata forse su un organo, o forse cantata in chiesa, o forse "rintoccata" dalle campane della chiesa dei santi Pietro e Paolo, come "carillon" per richiamare i fedeli, ha passato secoli e secoli rimanendo muta ed inascoltata, racchiusa nel posto meno idoneo per un canto di gioia: dentro un registro dei morti!

Ma la sorte ha voluto che qualcuno riaprisse quello scrigno di carta silenzioso che serbava un piccolo segreto: ed ora quella breve armonia è qui con noi.

Sarebbe magnifico poterla sentire: poter udire ciò che Jacopo Berri, il mio più antico antenato, udì forse nella notte di capodanno del 1600, quando il 17° secolo prendeva il posto del secolo precedente, diventando simbolo di speranza del futuro.

Chissà: forse egli la cantò durante una funzione o magari rimase inascoltata.

E' comunque una testimonianza della vita del popolo di Castelnuovo Scrivia in quel periodo storico. Non solo un mero testo taciturno: sono note, musica, melodia che, come tutte le melodie, colpisce, nella sua semplicità ed immediatezza, il cuore e l'anima di chi ascolta, riportando in vita le notti antiche della gente italica di quelle ere lontane, le loro emozioni e la nostra.


Eppure siamo nell'epoca della comunicazione di massa. Ci sono strumenti che possono aiutare a condividere idee e scoperte.

Io faccio parte di un gruppo di persone denominato "Amici della genealogia" che aiuta a decifrare i documenti anagrafici antichi: e quale miglior sfida per quel gruppo che non tentare di... "decifrare un antico pentagramma"?

Forse tra di loro non c'è nessuno con una tale competenza in ambito musicale... e se invece ci fosse? Vale la pena tentare!

Il primo dei due post su facebook riguardanti la melodia del 1599

Pochi minuti ed il post è scritto, nascosto, in attesa dell'approvazione da parte del moderatore del gruppo.


E' quello il primo ostacolo: forse sono "off topic" e l'articolo verrà cassato.

Ed invece no: poco dopo, ecco, in bella mostra su facebook, la mia richiesta di aiuto per trasformare un antico pentagramma in note da suonare!

Ora c'è solo da aspettare che qualcuno lo legga e decida di aiutarmi: forse...


La sorpresa è grande e l'attesa brevissima!


Chi si sarebbe mai immaginato che tra i membri di "Amici della genealogia" ci fossero suonatori di violino, cantanti, esperti di musica, tutti disponibili ad aiutare, a discutere su quella chiave così inusuale, sulla forma delle note, sull'uso di quella melodia...

"E' una chiave antica di Do, forse una chiave di soprano..."

"L'ottava nota è un po' ambigua, forse è un DO..."

"Ricorda le melodie dei campanili che richiamano i fedeli..."

Ed alla fine arrivano anche i video, con persone che si impegnano a spiegare notazione e grafia, con altri che suonano la melodia su un pianoforte o su un violino (!!!) o la cantano a voce secondo una loro differente interpretazione, e il tutto viene commentato ed apprezzato da moltissimi!


Improvvisamente l'anno 1599 ritorna in vita.

Il prete che probabilmente vergò quelle note sulla pagina, forse il sacerdote Cesare Grassi od il curato Frate Giulio da Lodi, tornano tra noi.

Quei giorni del lontano passato di una città dell'alessandrino, risuonano nuovamente come note vere e proprie!

E' un piccolo fraseggio musicale "LA SIb SOL FA DO SIb DO SIb SIb SIb LA SOL LA SIb SOL FA" che però emoziona e stordisce.


Ha volato attraverso i secoli, utilizzando come "macchina del tempo" il più improbabile dei mezzi di trasporto, un registro dei morti, e quella breve ispirazione armonica che forse fu sentita da molti, torna a far udire la sue voce melodiosa.

Di seguito: una versione della melodia creata dall'autore. Fare click per avviare il video.

Questa melodia ci ricorda che il passato non è così lontano, ci ricorda che scorrere pagine dimenticate e chiuse in una sagrestia può essere il modo migliore per avvicinare i secoli e farci ricordare come il canto e la musica vincano i muri del tempo e ci rendano tutti più vicini.


E ci ricorda come la ricerca dentro gli archivi antichi è un viaggio faticoso e difficile, ma sempre pieno di umanità, storia, emozioni e sorprese.


Di seguito: una differente versione della melodia, trascritta ed interpretata su chitarra dall'ing. Pierpaolo Ghigghino, a cui vanno i più sentiti ringraziamenti.

Fare click sull'immagine per avviarne la riproduzione.


 
 
 

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